mercoledì 27 febbraio 2013

SMOKING : UNIFORME DELL'AGENTE SEGRETO


Il bon(d) ton di Bond, 
James Bond.
di Marizia Gandolfi
(Un)Dressing Movie. La stoffa di cui sono fatti i sogni.



Segno vestimentario inequivocabile di James Bond è lo smoking. Divisa nobile, l’abito nero (tra)veste da mezzo secolo l’identità dell’agente 007, emerso dall’acqua sulla riva notturna e dentro una muta subacquea indossata sopra un impeccabile smoking. Irrevocabile come la licenza di uccidere, inossidabile come il suo mito, il black tie è diventato il suo biglietto da visita per entrare nell’immaginario collettivo. Concepita per ambienti caldi e riscaldati, la smoking jacket si accompagna bene con un vodka Martini shakerato, non mescolato, ‘rivestendo’ la ricreazione di un cavaliere senza paura capace di esorcizzare ieri come oggi fobie collettive. Se i film che raccontano le sue gesta hanno un valore cinematografico trascurabile, patendo errori di regia, sconnessioni nel montaggio, falle negli impianti narrativi, i Bond movie restano comunque indimenticabili per alchimie irriducibili a qualsiasi considerazione critica. L’innegabile fascino esercitato dalla spia di Ian Fleming risiede forse e risiede anche in una singolare ‘uniforme’ che custodisce la distintiva raffinatezza del personaggio, incarnato per la prima volta da Sean Connery (Agente 007 – Licenza di uccidere). Praticamente sconosciuto nel ’62 e destinato alla maniera di Daniel Craig a ruoli di supporto, lo scozzese Sean Connery infila lo smoking ‘tagliato’ da Anthony Sinclair e si guadagna la licenza di piacere per sempre. La sua eleganza, di tradizione anglosassone e vestita da uno stilista britannico, si contraddistingue per quella tendenza a evocare piuttosto che a mettere in mostra, corrispondendo alla perfezione i costumi del tempo e la virtù delle sue Bond Girl, amanti appassionate all’insegna del pudore nei loro parzialissimi nudi. Il fascino discreto di Connery lo eredita diversi film e avventure dopo il Bond charmant di Pierce Brosnan dentro il taglio italiano di Brioni. Con l’attore irlandese lo smoking si lascia alle spalle la Guerra Fredda e attraversa manierato nuove minacce globali, rimandando la morte e il domani. Il mondo non basta a contenere la presenza scenica di Brosnan, coccolato da variazioni scalari che ne esaltano particolari e dettagli, la camicia bianca con doppi polsi e i gemelli da regolare tra un’azione e l’altra, sfoggiando un Omega resistente e affidabile quanto la spia di cui è al servizio. Se Jason Bourne e Ethan Hunt ne fanno una questione di metodo, James Bond ne fa da sempre una questione di stile, producendo una virilità edonistica e rivestendola letteralmente. Smoking, camicia bianca, cravatte, cravattino, galloni di seta, calze rigorosamente nere e al ginocchio, gemelli ai polsi, fiori o pochette all’occhiello, scarpe di vernice sono il costume indossato da un corpo coerente al proprio mito e forte dei suoi difetti, che nell’eleganza delle (buone) maniere non trattiene il cazzotto e le battute migliori. Non ce ne vogliano George Lazenby, Roger Moore e Timothy Dalton, in rigoroso ordine di apparizione, per l’omissione ma vincitore ‘senza gara’, alle spalle di Sean Connery e di Pierce Brosnan, è il Bond massiccio e ruvido di Daniel Craig.

Esibito da Tom Ford come in una sfilata, dietro un paio di Aviator a specchio e dentro l’immancabile smoking, questa volta glamour e americano, Daniel Craig azzera il mito e si fa carico della rinascita del personaggio, affondandolo e rifondandolo. Aggiornato il taglio e la geopolitica bondiana, l’agente riparte da zero e dal doppio zero, impugnando la Walter PPK, inseguendo nemici sul tetto di un treno o a cinquanta metri da terra, innamorando Bond Girl e giocando a carte dentro il suo primo smoking, che sottolinea il suo perfetto fondo base, trattiene a stento la tensione del corpo e scioglie il cuore insieme al cravattino. L’abito nero e strech dello stilista texano muove finalmente la fissità del playboy con la pistola, assecondando il corpo in azione e l’action radicalizzata nella serie, favorendo i ripiegamenti e i movimenti del cuore. Svecchiato e riqualificato lo smoking di Bond si ‘sbottona’ aprendosi al melodramma, all’autobiografismo e al sentimentalismo. L’abito giusto per un corpo che si dà adesso come vulnerabile, mettendo a rischio la propria leggendaria virilità senza mai perdere il bon(d) ton.

Link : Chili Blog

Ian Fleming in un telefilm con Dominic Cooper


Dominic Cooper interpreterà Ian Fleming in una miniserie di quattro episodi
di Marlen Vazzoler
La televisione inglese realizzerà una miniserie in quattro parti dedicata all’autore di James Bond, Ian Fleming. Per vestire i panni del noto romanziere/ex agente segreto della marina inglese, è stato scelto Dominic Cooper, mentre Annabelle Wallis…





Il canale inglese Sky Atlantic, del gruppo televisivo British Sky Broadcasting, ha dato il via libera per la realizzazione di una miniserie in quattro parti, intitolata provvisoriamente Fleming. La serie, ambientata durante la seconda guerra mondiale, racconterà la storia di Ian Fleming, un giovane anticonformista ed edonista che ha abbandonato la fallimentare carriera di banchiere ed agente di borsa per entrare nella Naval Intelligence britannica, come agente sotto-copertura nella campagna contro i nazisti. Le esperienze in tempo di guerra, furono per Fleming una fonte d’ispirazione per scrivere un romanzo di spionaggio su una spia inglese, 007, apparso per la prima volta nel romanzo Casino Royale pubblicato nel 1953. I gusti e alcuni dei comportamenti di Bond, come la passione per le donne e l’alcool, spesso si riferiscono ad alcuni tratti dell’autore ben conosciuti dalla società inglese. Dominic Cooper interpreterà Fleming mentre Annabelle Wallis vestirà i panni di Muriel Wright, una donna con cui il romanziere ebbe una storia d’amore. La Wright è ritenuta da alcuni come la fonte d’ispirazione per la creazione della Bond Girl. “Indossare le scarpe della spia che non solo ha creato l’enigmatico personaggio di 007, ma che ha fantasticato di essere lui, deve essere il sogno di ogni attore” ha raccontato a Variety, Cooper. La produttrice esecutiva della Ecosse, Douglas Rae, parlando della mini serie ha dichiarato: “La storia di Ian Fleming è drammatica e divertente come qualsiasi film di Bond”. La serie verrà girata da Mat Whitecross a Budapest a partire dal prossimo mese, e in seguito in Inghilterra, e si baserà sulla sceneggiatura scritta da John Brownlow e Don Macpherson.

Fonti Variety, Deadline

martedì 26 febbraio 2013

Ecco il vero 007 a cui si ispirò Ian Fleming


UN NUOVOLIBRO 
sulla creatura di IAN FLEMING
di Guido Olimpo

Ecco Coniglio Bianco, 
il «vero» 007
Fleming per il suo eroe si ispirò 
a Forest Yeo-Thomas, 
membro di un’unità speciale 
impiegata contro i nazisti



WASHINGTON - Lo chiamavano il «Coniglio bianco». Era una spia, aveva molte donne, protagonista di missioni impossibili. E spesso rispondeva solo al primo ministro britannico Winston Churchill. Un profilo che somiglia a quello di James Bond: infatti, secondo un nuovo libro, è a lui che si è ispirato Ian Fleming per costruire il personaggio.


CONTRO I NAZISTI - Forest Yeo-Thomas - questo il suo nome - faceva parte di un’unità speciale, la Special Operation Excutive, impiegata contro i nazisti nel secondo conflitto mondiale. Spie coraggiose che venivano paracadutate dietro le linee per aiutare la resistenza anti-tedesca. Azioni di cui è rimasta traccia in documenti degli archivi ora declassificati. Dall’analisi delle carte - come scrive il Telegraph - si è scoperto che Fleming, anche lui 007 durante il conflitto, conosceva Yeo-Thomas e ne aveva parlato nei suoi rapporti. Pezzi di un mosaico messi insieme dalla storica Sophie Jackson che ha scritto il libro sulla straordinaria vita di Yeo-Thomas evidenziando le analogie tra le imprese di Bond e quelle del suo «modello". DALLA RUSSIA CON AMORE - Durante una delle sue missioni, lo 007 si paracaduta in Francia ma una pattuglia di soldati tedeschi lo cattura e lo consegna alla Gestapo. I nazisti lo torturano usando tecniche che ritroviamo nel romanzo di Fleming Casinò Royal. In un’altra occasione Yeo-Thomas sta viaggiando in treno e condivide il tavolo al vagone ristorante con il famigerato Klaus Barbie, il boia di Lione. In Dalla Russia con amore c’è una scena simile. Sophie Jackson elenca poi situazioni ritrovate nelle avventure di Bond: una fuga incredibile da un lager, avversari eliminati con pistole con il silenziatore o buttati giù da un ponte, "voli" da treni in corsa, trucchi, una grande faccia tosta per ingannare il nemico. E ovviamente molte donne. In passato i ricercatori hanno creduto di aver identificato in altri ufficiali la fonte di ispirazione per Fleming, ma «Coniglio bianco» sembra davvero quello più vicino. Yeo-Thomas, deceduto nel 1964 all’età di 62 anni, ha chiuso la sua vita tra mille problemi. Incubi, malanni, ferite psicologiche rimediate in guerra. E il suo carattere era molto più cupo di quello di Bond. Per forza, James non è mai esistito.

Link : Guido Olimpio 

lunedì 25 febbraio 2013

A spasso per l'Inghilterra con Daniel Craig


Bond is Great, 
l'agente 007 promuove il turismo 
in Gran Bretagna
di Luca Bonacini



Continua con successo l’operazione “Visit Britain”, che vede coinvolto il cast di Skyfall e in particolare Daniel Craig nella promozione turistica dell’Inghilterra. Un alleato prezioso l’agente segreto arruolato come testimonial d'eccezione per attirare turisti da diverse parti del globo. Dall’uscita del 23esimo film della saga dedicata a 007, l'ente di promozione della Gran Bretagna ha lanciato una maxi campagna promozionale sviluppata su 21 mercati, con l'obiettivo di spingere i fan di James Bond a a visitare il Paese natale dell'agente segreto. Il filmato pubblicitario proiettato nei cinema prima della programmazione della pellicola e azioni mirate comprendevano numerose scene girate nei luoghi culto del Paese, in particolare Londra. La campagna è stata inoltre abbinata a un progetto online denominato Skyfall sviluppato attraverso i principali social media per partecipare a 5 missioni virtuali attraverso il Regno Unito: il vincitore del contest avrà diritto a un viaggio nella capitale. 

OSCAR 2013 : c'è anche SKYFALL con ADELE


Oscar 2013: vincitori e vinti
di Chiara Codecà

Sorprese e conferme dell'85esima notte degli Oscar, tra grandi favoriti, sorprese, l'omaggio a 007 e grande musica.
Adele ha vinto l’Oscar con la canzone Skyfall e l’ha interpretata, mentre Shirley Bassey ha cantato Goldfinger.



Un'edizione degli Academy Awards atipica sotto molti aspetti. C'erano grandi aspettative per il presentatore Seth MacFarlane, creatore dei Griffiin, American Dad e The Cleveland Show, irriverente ragazzo prodigio di Hollywood. Tutti lo aspettavano al varco e lui ci ha provato, con battute al vetriolo fatte ad arte per far parlare il web il giorno dopo ma che al momento sono state un fuoco fatuo, più d'effetto che di effettivo intrattenimento.

Il pezzo forte della serata è stata sicuramente la musica, che ha visto la premiata Adele interpretare Skyfall e il ritorno di più di un'artista la straordinaria Shirley Bassey, classe 1937, che ha cantato il tema di Goldfinger in omaggio ai 50 anni di 007. Altro momento notevole quello del cast di Les Misérables e l'omaggio in memoriam agli artisti e gli autori scomparsi nel 2012, tra cui si contano anche i nostri Carlo Rambaldi e Tonino Guerra. Daniel Day Lewis ha vinto il suo terzo Oscar per Lincoln, diventando il primo nella storia dell'Academy a vincere tre volte come miglior attore protagonista.

Per il resto, alcune conferme e molte sorprese: Lincoln guidava le candidature con 12 nomination ma è stato tra i film più snobbati della serata, a parte il riconoscimento a Lewis, mentre Vita di PI ha avuto più fortuna ottenendo 4 premi su 11 nomination. Come al solito il fantastico è stato relegato alle candidature tecniche, dove Lo Hobbit: un viaggio inaspettato e The Avengers, entrambi candidati — tra le altre cose — per i migliori effetti speciali, hanno perso in favore di Vita di PI.
A seguire la lista dei vincitori:

Miglior Attrice Protagonista:
Jennifer Lawrence — Il Lato Positivo

Miglior Attore Protagonista:
Daniel Day-Lewis — Lincoln

Miglior Film:
Argo — Grant Heslov, Ben Affleck, George Clooney

Miglior Regia:
Ang Lee per Vita di Pi

Miglior Sceneggiatura Originale:
Django Unchained — Quentin Tarantino

Sceneggiatura non originale:
Argo — Chris Terrio

Miglior Canzone Originale:
Skyfall — Adele, Paul Epworth ("Skyfall")

Colonna Sonora Originale:
Vita di Pi — Mychael Danna

Production Design:
Lincoln — Rick Carter, Jim Erickson

Montaggio:
Argo — William Goldenberg

Miglior Attrice Non Protagonista:
Anne Hathaway per Les Misérables

Sound Editing — ex aequo tra:
Skyfall — Per Hallberg, Karen M. Baker
e
Zero Dark Thirty — Paul N.J. Ottosson

Sound Mixing:
Les Misérables — Andy Nelson, Mark Paterson, Simon Hayes

Miglior Film Straniero:
Amour — (Austria)

Miglior Documentario:
Searching for Sugar Man — Malik Bendjelloul, Simon Chinn

Miglior Documentario (cortometraggio):
Inocente — Sean Fine, Andrea Nix

Miglior Cortometraggio Live:
Curfew — Shawn Christensen

Makeup:
Les Misérables — Lisa Westcott, Julie Dartnell

Costumi:
Anna Karenina — Jacqueline Durran

Effetti Speciali:
Vita di Pi — Bill Westenhofer, Guillaume Rocheron, Erik De Boer, Donald Elliott

Fotografia:
Vita di Pi — Claudio Miranda

Miglior film d'animazione:
Ribelle — The Brave — Mark Andrews, Brenda Chapman

Miglior cortometraggio animato:
Paperman — John Kahrs

Attore Non Protagonista:
Christoph Waltz per Django Unchained


Crediti : Delos Book – Fantasy Magazine

domenica 24 febbraio 2013

ancora poche ore ALLA NOTTE DEGLI OSCAR: Attesa per Bond


La notte degli Oscar
nel nome di James Bond
L’omaggio per i 50 anni di 007 forse riunirà tutti i suoi attori

di Lorenzo Soria – Los Angeles



Ormai è questione di ore: dopo un’altra campagna lunga e spesso cattiva, gli Oscar sono alle porte e dopo mesi di suspense gli interrogativi che circondano la gara verranno finalmente sciolti. Sarà dunque la notte di Argo o alla fine la spunterà Spielberg e il suo Lincoln? E tra le attrici, i membri della Academy che cosa premieranno? L’entusiasmo giovanile della ventiduenne Jennifer Lawrence o Emmanuelle Riva che ci commuove in Amour (il film ha appena trionfato ai «Cesar»), che proprio oggi compie gli 86 anni?  Ma le centinaia di milioni di telespettatori che seguono gli Oscar in tutto il pianeta e quelli che in Italia faranno la nottata in bianco per seguire la cerimonia - che da noi andrà in onda stanotte su Sky Cinema Oscar a partire dalle 22,50 e in replica domani alle 10,20 - non si sintonizzano solo per conoscere i vincitori. L’Oscar è un appuntamento speciale, è uno show che ha come protagonisti le più grandi stelle del pianeta. E anche su questo fronte ci saranno molte sorprese, a cominciare dal maestro delle cerimonie che stavolta sarà Seth MacFarlane. È il creatore della serie Family Guy, ha scritto e diretto Ted e dalle pubblicità viste in queste ultime settimane la Academy spera con lui di attrarre ogni segmento demografico: i giovani maschi cresciuti nei social media che si aspettano un linguaggio nuovo e irriverente, ma anche le loro mamme e, perché no, le loro nonne che negli Oscar cercano la tradizione. MacFarlane dunque si prenderà gioco dei costumi e dei riti di Hollywood, ma gli renderà anche omaggio. E in una edizione che si profila molto musicale canterà pure, anche se verrà sicuramente eclissato da altri. Da Barbra Streisand, per esempio, che ha cantato dal vivo agli Oscar l’ultima volta nel lontano 1977. O da due generazioni di cantanti legate a James Bond: Shirley Bassey che si esibirà nell’iconica Goldfinger, seguita da Adele con Skyfall. Ci sarà anzi un tributo al più celebre agente di Sua Maestà per il suo 50° anniversario e per l’occasione si sussurra che la Academy sia riuscita per la prima volta a raccogliere assieme e sotto uno stesso tetto tutti i sei Bond dello schermo, Sean Connery compreso. In un omaggio al musical , vedremo invece raccolto il cast di Chicago, con Richard Gere, Catherine Zeta-Jones, Queen Latifah e Renee Zellweger. Ossessionata dagli indici di ascolto, la Academy quest’anno ha la fortuna di avere candidato film molto popolari e coi quali il pubblico può dunque identificarsi. Sei dei nove candidati all’Oscar più ambito, quello del «best film», hanno anzi già superato negli Usa i 100 milioni di dollari di incassi: Lincoln, Argo, La vita di Pi, Les Miserables, Django e Zero Dark Thirty. Ma i produttori dello show non intendono lasciare niente al caso e hanno arruolato come presentatori tutti i pezzi da novanta di Hollywood. Vedremo, tra gli altri, Jack Nicholson e Dustin Hoffman, Jennifer Aniston e Michael Douglas, Jamie Foxx e Salma Hayek , Russell Crowe e John Travolta. E poi Ben Affleck, Jennifer Garner, Jennifer Lawrence, Halle Berry, Sandra Bullock, Nicole Kidman e Charlize Theron. È stato annunciato anche che lo show non si chiuderà con l’assegnazione dell’ultima statuetta ma con un numero musicale, un duetto di MacFarlane con la star di Broadway Kristin Chenoweth. Un annuncio che a sua volta ha generato un’altra domanda:ma quanto durerà questa 85° edizione degli Oscar?

Link: LaStampa.it

sabato 23 febbraio 2013

SKYFALL BLU RAY recensione


SKYFALL è uscito il Blu Ray
bello da vedere, bello da sentire
recensione



Che non sarebbe stato il "solito" James Bond lo si era capito fin dalla scelta del regista, l'inglese Sam Mendes premio Oscar per American Beauty, che di certo non si sarebbe accontentato di svolgere il consueto compitino alla 007, fatto di molta azione, qualche intrigo planetario e belle donne. Il risultato, però, è andato persino al di là delle molte aspettative, donando al più celebre degli agenti segreti uno spessore drammatico inusitato. Per ottenere questo risultato Mendes rimescola molte carte, dando Bond per morto nella prima parte del film e creando un passato oscuro per il suo capo "M", che ha il volto della sempre bravissima Judi Dench. Fra un servizio segreto britannico alla deriva e l'entrata in scena dell'ambiguo e pericolosissimo villain Silva (l'altrettanto bravo Javier Bardem), il film cattura lo spettatore pur dosando con maggior cura le scene di pura azione. Elemento essenziale è naturalmente Daniel Craig, ormai così addentro i panni di 007, da poter far virare il personaggio nella direzione voluta da Mendes. Quasi superfluo ricordare come Skyfall rappresenti per Fox uno dei titoli di maggior richiamo, se non il più importante, nel 2013 dell'home-video. Ne è conseguita un'edizione Blu-ray di alto livello, dove l'unico limite sta nella scelta di limitarsi ad un'edizione a singolo disco. Un supporto a doppio strato peraltro occupato pressoché interamente (45,8 GB). Nonostante la lunghezza del film, la dotazione di contenuti extra è più che soddisfacente, con materiale tutto in Alta Definizione e sottotitolato in italiano. Il piatto forte è "Le Riprese di Bond", un making of di circa un'ora suddiviso in ben 14 parti, visionabili anche separatamente. Sono poi disponibili un inserto sul debutto londinense, "La Prima di Skyfall", un trailer e lo spot promozionale della colonna sonora. La fascetta è molto curata col protagonista che domina sia fronte che retro. La trama è riassunta in modo efficace e le specifiche tecniche sono riportate con buona evidenza pur mancando l'indicazione dell'aspect ratio (2.40:1). Il film dura ben 143 minuti, suddivisi da menu in 32 scene. Il comparto audio-video è di livello molto elevato. Il possibile limite rappresentato dall'adozione di una normale codifica DTS 5.1 per la lingua italiana viene brillantemente superato sul campo, nel senso che l'ascolto si rivela appagante in tutte le situazioni, con dialoghi limpidi e grande coinvolgimento multicanale (compresi i perentori ingressi del subwoofer) nelle sequenze più movimentate. Persino meglio le immagini, con un dettaglio impressionante ed un rapporto di contrasto elevatissimo che rende la visione perfetta anche nelle scene meno illuminate. Molto convincente pure la riproduzione cromatica.

Valutazione Artistica: 8,5
Valutazione Video: 9,5
Valutazione Audio: 9
Valutazione Extra: 8,5

Link : L’Unità

Daniel Craig e la moglie Rachel insieme a Broadway


Daniel Craig e Rachel Weisz 
insieme a teatro

di Beatrice Pagan



L’attrice Rachel Weisz ha confermato una voce apparsa nelle ultime settimane che, fino a ieri, non era mai stata confermata dalle persone coinvolte. L’attrice, durante la promozione del film Il grande e potente Oz ha parlato del progetto di mettersi alla prova a teatro con lo spettacolo Tradimenti (Betrayal) di Harold Pinter. Si tratterebbe del debutto su un palcoscenico di Broadway per la vincitrice del premio Oscar per la sua interpretazione nel film The Constant Gardener – La cospirazione. Rachel sta trattando i dettagli per la sua apparizione a teatro, ma l’attrice desidera veramente far parte della produzione anche perché accanto a lei reciterebbe il marito Daniel Craig, conosciuto sul set di Dream House. Tradimenti ha come protagonista un editore tradito dalla moglie con un suo amico agente letterario. La protagonista del nuovo lungometraggio fantasy ambientato nel magico mondo di Oz ha spiegato perché tiene molto all’idea di recitare a Broadway: a teatro, ha spiegato l’attrice, si è veramente alla guida della propria performance, “devi essere veramente come l’adetto al montaggio e il regista“, e si è impegnati tutte le sere e persino due volte al giorno di martedì e domenica. “Quando fai dei film, registri delle piccole parti e senza un ordine cronologico, è una sensazione completamente diversa. Sul palco devi raccontare la storia ed è viva, quindi è molto eccitante“, ha proseguito Rachel.

Link : Leo New - Notizie

giovedì 21 febbraio 2013

IL TRENO DI SKYFALL


Skyfall – Naomie Harris parla del personaggio di Moneypenny
di Marlen Vazzoler

L’ultimo film di James Bond, Skyfall, è stato un ritorno alle origini per molti elementi caratteristici della franchise, che sono stati rivisitati in chiave moderna. Tra questi una parte molto importante l’ha avuta il personaggio di Moneypenny, interpretato da Naomie Harris…
Share on Tumblr



In Casino Royale il protagonista assoluto del film è stato James Bond, Neal Purvis e Robert Wade, hanno tolto tutti gli elementi famigliari della franchise, che hanno poi re-introdotto in Skyfall. Durante il viaggio sul treno di Skyfall da Londra a Edinburgo, per la promozione dell’uscita in DVD e Bu-ray del 23° film di Bond, Wade ha spiegato a IGN perché era giunta l’ora di reinserire nel film anche il personaggio di Moneypenny, interpretato da Naomie Harris.

“Volevamo riportare indietro Moneypenny. E abbiamo pensato che fosse giunto il momento perché l’ultimo film era un po’ triste e spietato. Quello che ci piace di Q e Moneypenny… è che non li abbiamo messi deliberatamente in Casino Royale perché volevamo sbarazzarsi di tutti gli elementi familiari e concentrarci su Bond. Ma ora che la storia era stata raccontata, era giunta l’ora di dare al pubblico un po’ di divertimento. E Daniel [Craig] voleva più divertimento e più allegria. Meno severità”.

Il ritorno alle radici di Bond, richiedeva per la Harris, l’inserimento di tutti quei vecchi elementi e dello humour che hanno caratterizzato il film di Mendes.

“[È stato il momento giusto per riportare indietro il personaggio] perché Skyfall stava tornando alle radici di Ian Fleming. E Moneypenny ha una parte molto importante in tutto questo. Quindi era tutto basato sul portare indietro questi vecchi elementi. L’avere più umorismo. Riportare indietro il classico cattivo di Bond. E poi rinnovarli. Renderli moderni e dargli un tocco di modernità”.

Solo ora la Harris può parlare liberamente del suo personaggio, visto che le era stato vietato di rivelare che Eve era la signorina Moneypenny, anche durante la promozione di Skyfall, tenutasi lo scorso novembre. Per interpretare questo ruolo l’attrice ha confessato di aver ignorato le precedenti incarnazioni del personaggio.

“Mi hanno detto che una delle cose che volevano e una delle ragioni per cui ero stata scelta, era quella di portare una boccata d’aria fresca col personaggio. Volevano qualcosa di molto moderno, fresco e originale. E così ho pensato che se avessi guardato le versioni precedenti, avrebbero influenzato il modo in cui l’avrei interpretata, e non volevo farlo. Ma sono anche cresciuta guardando i film di Bond, e quindi non ho davvero avuto il bisogno di tornare indietro e guardarli. Erano ancora radicati nella mia mente”.

La Harris non può ancora confermare se il suo sarà un personaggio ricorrente nella franchise, ma parlando di quello che potrebbe essere il futuro di Eve in Bond 24, l’attrice ha dichiarato:

“Beh, è finita dietro una scrivania, quindi penso che sarà la cosa più naturale da esplorare per un po’. Ma poi magari tornerà in campo per fare ammenda, perché ha combinato un gran bel casino. Sarebbe bello far vedere che è capace, perché è un agente operativo capace. Ha dovuto sparare quel colpo in circostanze molto difficili. E a tutti piace ricordare l’argomento e prenderla in giro per questo”.

In queste settimane si vocifera un possibile ritorno alla franchise di Sam Mendes, come regista del prossimo film. La Harris amerebbe un ritorno del regista, visto che è riuscito a portare una boccata d’aria fresca alla serie.

“È un fan dei film prima di tutto. Così ha voluto de-costruirli, ma in un modo incredibilmente sensibile. Voleva tornare alle radici di Bond, e assicurarsi che avesse quei classici elementi, e trasformarli in qualcosa di più di una semplice caratteristica, dandogli un tocco di modernità. Mi piace il fatto che sia stato rispettoso di Ian Fleming e rispettosa del fatto che Bond dovesse rispettare i tempi. Ed essere moderno. È stato in grado di farlo, sembra facile ma non lo è. È come camminare su una corda tesa molto sottile”.

Come evolverà il personaggio di Moneypenny nei prossimi film? Dovremmo aspettare ancora un bel po’ prima di scoprirlo. Intanto godiamoci  Skyfall da ieri disponibile in edizione DVD e Blu-ray.

Il nuovo romanzo di James Bond


UN NUOVO JAMES BOND IN ARRIVO
Il seguito delle avventure letterarie di James Bond, sarà scritto da romanziere britannico William Boyd e pubblicato il 26 settembre prossimo: 60 anni dopo la pubblicazione del primo romanzo su 007.



A 60 anni dal primo arriva un nuovo romanzo con protagonista James Bond. Lo ha svelato la casa editrice Jonathan Cape, che per prima stampò i romanzi di Ian Fleming. Il titolo è ancora top secret, ma si sa per certo che sarà pubblicato in Gran Bretagna, Irlanda e negli stati del Commwealth il 26 settembre 2013 da Jonathan Cape e, contemporaneamente, in Canada e negli Stati Uniti dalla Harper Collins. L'onore di riportare in vita 007 e di raccogliere l'eredità di Ian Fleming è toccato allo scrittore inglese William Boyd, autore di Brazzaville Beach e Come neve al sole. Fleming ha scritto Casino Royale nel 1953 e poi altri 13 della saga in 11 anni, prima di morire prematuramente a 56 anni. La Ian Fleming Publications, società che detiene i diritti d'autore su tutto ciò che concerne 007, ancora non vuole dare dettagli sulla trama, ma ha promesso ai fan che "questo romanzo vedrà un ritorno all'era Bond classico. La storia accade nel 1969 e dipingerà uno 007 un po' più vecchio".

Link : Style.it

martedì 19 febbraio 2013

Naomie Harris l'altra bella di Skyfall


Skyfall, 
Naomie Harris:
mi piace il Bond di Daniel Craig
L’attrice parla del suo ruolo e della sua esperienza sul set del 23esimo film sull’agente segreto, che oggi uscirà nei negozi in Blu-ray e Dvd

di Andrea Facchin




Da oggi, Skyfall sarà disponibile in Italia in edizione Blu-ray e Dvd. L’ultimo capitolo cinematografico dedicato alle avventure di James Bond è senza alcun dubbio tra le uscite home video più attese del mese. Diretto da Sam Mendes, il film vede tornare Daniel Craig nei panni dell’agente segreto più famoso del mondo, ruolo che aveva già ricoperto in Casino Royale e Quantum of Solace. Come di consueto, i personaggi femminili sono una parte importante del film: tra essi spicca (e spiccherà anche in futuro, come quelli che hanno già visto il film sanno bene…) l’agente Eve interpretato da Naomie Harris, una collega di Bond all’MI6. Nell’intervista che vi proponiamo, l’attrice descrive la sua esperienza lavorativa con Sam Mendes e Daniel Craig e parla di quanto elettrizzante sia stato girare un film su 007.

Come è stato lavorare ad un film di Bond?
«Molto divertente, ma allo stesso tempo impegnativo. Soprattutto per quanto riguarda gli stunts. Non avevo mai fatto sequenze d’azione simili prima d’ora e non immaginavo quanta precisione e preparazione richiedesse rispetto alla normale recitazione. Quindi sì, è stato divertente ma non una passeggiata».

Avevi familiarità con le pistole?
«Mi era già capitato di allenarmi a sparare in altri film come Miami Vice, ma poi non l’avevo mai fatto veramente. Questa è stata la mia prima volta».

Hai mai voluto diventare una Bond girl?
«Non credo sia ancora importante discutere sul ruolo delle donne al giorno d’oggi. Penso che gli sceneggiatori, i produttori e tutti coloro che gestiscono il franchise sappiano qual è la situazione. Una delle cose fondamentali che mi hanno detto quando mi hanno contattato per questo ruolo è che il mio personaggio è una donna moderna, ed era questo che doveva emergere dalla mia interpretazione».

Cosa vuol dire per te fare parte di un “brand”?
«Non lo vedo come una prigione, ho lavorato a tanti altri progetti prima di questo, che mi hanno aiutato a capire che tipo di attrice volevo essere. Ho interpretato personaggi completamente diversi, come Tia Dalma in Pirati dei Carabi, e due giorni dopo aver finito Bond mi sono calata nei panni di Winnie Mandela in Long Walk to Freedom».

Sei un tipo che accetta la sfida?
«Assolutamente. È stupendo avere l’opportunità di interpretare personaggi diversi. Recitare è un duro lavoro, ma lo devo fare perché mi sento come se in me ci fossero cento diversi personaggi, con cui non ho l’opportunità di entrare in contatto nella vita reale. Interpretarli è un’esperienza catartica ed è questo l’aspetto che amo del mio lavoro».

Sei preparata per l’attenzione dei media?
«Non è una cosa a cui penso tanto. Quello di cui vado fiera è solo questo film, sono orgogliosa del mio ruolo e di quello che rappresenta. Mi rende felicissima aver preso parte al franchise, e farò tutto ciò che posso per promuoverlo al meglio. Ma non ho ancora pensato alle conseguenze che porterà tutto questo, magari lo farò tra un paio di mesi».

Come ti sei trovata a lavorare con Sam Mendes?
«È stato bellissimo lavorare con lui. Penso che il cuore di tutto stia nei personaggi e nella loro relazione, e nei film d’azione spesso le persone tendono a dimenticarlo: guardano solo gli effetti speciali e in quetso modo perdono di vista ciò che è veramente importante. Ma Sam ha sempre avuto le idee chiare su quale fosse l’elemento chiave, e non perdeva occasione di ricordarcelo. Ci diceva di dimenticare tutto il resto e confrontarci solo sui personaggi e sui rapporti che li legavano. A volte sembrava di essere sul piccolo set di un film indipendente, non di un blockbuster di Hollywood».

Secondo te, Daniel Craig è il Bond perfetto?
«Ho lavorato con lui per sette mesi e per me lo è. Voglio dire, è un uomo che dopo quattordici/quindici ore al giorno di lavoro va ad allenarsi per altre due ore. Per me è proprio Bond».

Questo film di Bond è diverso dagli altri.
«Per me è stata la prima volta in cui ho pensato che Bond fosse un personaggio concreto, con cui entrare in connessione. È molto virile e può stenderti in qualsiasi momento e l’ho trovato molto eccitante. Non è mai stato migliore di così».

Cosa ti ha sorpreso di più di Daniel Craig?
«Quanto abbia i piedi per terra nonostante il grande successo che ha ottenuto. Che fantastico Bond sia… e che fosse sempre pronto ad aiutare tutti sul set. Durante il mio primo giorno ero molto nervosa, più di qualsiasi altra volta perché dietro a Bond c’è così tanta storia. Sentivo un pochino la pressione, e avere lui che mi diceva “non preoccuparti, la supereremo insieme”, o che si prendeva le colpe quando sbagliavo una battuta, ha fatto molta differenza».

Link : Best Movie

lunedì 18 febbraio 2013

Quella volta che la Fallaci intervistò Connery


Oriana Fallaci intervista Connery
Anche la grande giornalista si interessò a James Bond

Sean Connery 007, ovvero il ritorno del divo
di Oriana Fallaci
L’Europeo nr. 9 1965


SE LA follia collettiva è misura di popolarità, e con la follia il numero delle persone contuse calpestate ferite, donne piangenti, bambini perduti, costole rotte, sedie rovesciate, quel che accadde a Parigi per la conferenza stampa e la prima di Goldfinger dimostrò senza ombra di dubbio che Sean (pronuncia Sciòn) Connery è oggi il divo più popolare del mondo. Sballottato soffocato compresso Sean Connery rischiò quella sera una fine prematura, selvaggia: la prova di quanto può essere stupido il mondo quando si innamora di un mito, in tal caso il discutibile eroe che ha nome James Bond agente 007, o di chi lo impersona, cioè lui. Ma chi è lui? Chi è questo Sean Connery per cui perfino mia nonna perde la testa. Tanto per cominciare, un tipo che dice di no alla regina. Presentavano un gruppo di attori, giorni or sono, a Sua Maestà Elisabetta: lui fu naturalmente invitato e rispose «Neanche per sogno, non ho tempo da perdere io, e poi non mi va». Amici e familiari produttori dovettero supplicarlo perché cambiasse idea e brontolasse «Ci vado, uffa, accidenti!». lntervistarlo è praticamente impossibile. Agenti di pubblicità sbiancano in volto o imprecano se gli chiedi di organizzarti un incontro, poi narrandoti quale martirio sia lavorare con una simile fiera ti forniscono brevi foglietti dai quali risulta che la fiera nacque a Edimburgo 34 anni fa, è sposato con Diane Cilento, l'attrice che ammirammo in Tom Jones, recita di preferenza in teatro, i suoi cavalli di battaglia sono Macbeth di Shakespeare e Judith di Giraudoux. 



Ottimo tuttavia, anche in Ibsen e Pirandello. «Ma no!». «Ma sì. Lo ignorava? Per questo l'ingrato si arrabbia a parlar di James Bond». «Si arrabbia?». «Si infuria. Caso mai lo vedesse, non tenti». «E se tento?». «La picchia». «Mi picchia? O che è?». «È la più grossa insopportabile inavvicinabile testa di legno che uno possa conoscere, un maleducato, un bizzoso, e oltretutto un avaro che in due anni non mi ha mai offerto un bicchiere di birra». Alcuni, mi spiego, non gli vogliono bene. I più però, gliene vogliono. «La prima cosa da dire su Sean» esclama Terence Young, il regista che lo diresse nel primo film della serie, Agente 007 Licenza di uccidere, poi nel secondo, Dalla Russia con amore, «è che Sean era un attore e un attore dannatamente buono già prima di diventare una stella del cinema. In Judith era così bravo che uccideva la commedia. Buona voce, splendida presenza, poi quella speciale virtù che noi chiamiamo star quality e che io ho trovato solo in un altro, Clark Gable». «Il giovanotto è certamente fortunato ma si meritava quella fortuna» dice Albert Broccoli, uno dei due produttori. «A me Sean piacque subito, anche su un piano umano, per come si comportò al primo incontro. Batteva il pugno sul tavolo e sapeva quel che voleva. Quando uscì io e Harry Saltzman, l'altro produttore, ci mettemmo a guardarlo dalla finestra. Insieme osservammo: perbacco, cammina come James Bond». (...) Il mio incontro con l'idolo avvenne a Parigi dove stava girando il prologo del prossimo film, Thunderball. Terence Young e l'art director Ken Adams me lo portarono a cena, per rompere il ghiaccio, e questo era lui: questo gigante dal volto pieno, tuttavia segnato da rughe profonde come cicatrici, e gli occhi grandi inermi indifesi. Colpiva anzitutto per quello. Poi per la mole davvero imponente, drammatizzata da spalle eccessive: spalle di un uomo che mangia molto beve molto e fa molto l'amore. Infine, ma questo si capiva più tardi, colpiva per la sua timidezza, una timidezza da adulto che è scontento di sé e probabilmente è assai solo, assai incerto. Nessuno, davvero, potrebbe assomigliare a James Bond meno di Sean Connery. La cena era in un ristorante con la tv, la tv trasmetteva l'incontro dell'Inter col Glasgow Rangers. Si mise a tifare per la squadra scozzese (sul braccio destro ha un tatuaggio che dice "Scotland Forever", Scozia per sempre) e ciò gli servì a prendere tempo, studiarmi, decidere se l'intervista l'avrebbe fatta sì o no. È diffidente fino allo spasimo. Non avevo rubato, decise, e l'indomani eccoci lì, col magnetofono. Chiacchierammo a pezzi e bocconi tre giorni, ora in automobile, ora in albergo, ora nel suo camerino (ha una voce bellissima, grave e avara), mi stupì ogni volta per la sua insospettata pazienza, la sua garbata docilità. Il successo che lo sbalordisce, impaurisce, non ha intaccato per niente queste sue virtù: lo dice anche sua moglie. «Nessuno immagina quanto Sean sia paziente, docile e buono». Diane Cilento giunse a Parigi la sera della prima di Goldfinger: piccola, bionda, assai bella. Una donna che ci si ferma a guardare malgrado il naso rifatto. Quando Diane e Sean si sposarono, solo due anni fa, la più famosa era lei; oggi la situazione è rovesciata e Diane la commenta dicendo: «Meglio così. Bond lo perseguita, è vero, ma Sean ne aveva bisogno del successo: gli fa bene». Stemmo insieme alcune ore e parlammo. A un certo punto esclamò: «Non so come sia riuscita a farlo parlare, non è il tipo che si esprime bene a parole o le ama (...)». A quanto pare questo incontro è davvero eccezionale signor Connery (...). Giusto. L'ha detto. Detesto parlare di me, mi imbarazza, mi annoia. Perché uno deve aprire la porta di casa ai giornali? Entrano, giudicano come vivi o non vivi. D'accordo: sono un attore cui capita d'essere un divo del cinema, una macchina per fabbricare denaro. E con questo? A maggior ragione devo rifiutare i compromessi. Stare attento a non perder la testa. Mantenere il mio equilibrio. Restare un uomo (...). Allora che faccio? Me ne vado? Silenzio. Stia qui. Tanto la conosco l'immagine che la gente ha di me: quella di un tipo privo di capacità intellettuali, villano, aggressivo, l'immagine che leggo spesso sui giornali. Quando leggo simili cose prenderei le teste di chi le ha scritte e le schiaccerei insieme come due noci(...). Infatti. Il ritratto che fanno di lei è catastrofico: il minimo che mi aspettassi ad avvicinarla era trovarmi con un occhio nero alla prima battuta, con il naso rotto alla seconda. Vogliamo far finta che valga la pena correggerlo (...)? Sono... sono assai meno interessante di quello che dicono. Sono un uomo semplice: con pochi difetti e poche virtù. Tra quest'ultime c'è il senso dell'humour, il senso del ridicolo, il senso del valore del denaro, il senso della morale, il senso della verità: non dico bugie. Mai. Tra i difetti c'è l'egoismo, anzitutto. Poi il cattivo carattere: non mi arrabbio facilmente ma, se mi arrabbio, mi arrabbio male. Poi un poco di vanità, forse: visto che faccio l'attore. Poi molta timidezza. Poi sono facilmente vulnerabile. Mi farei tagliare la gola prima di dimostrarlo: però mi si ferisce con nulla. E infine sono ambizioso ma questa per me è una virtù. E per concludere sono scozzese e questa è la virtù più grossa di tutte. Sicché è inutile che mi paragonino a James Bond. Bond è inglese e io sono scozzese. E gli inglesi non mi piacciono affatto perché sono scozzese. Punto. E Bond... Punto. Non le piace parlarne, lo so. E io, vede, non ho ancora fatto quel nome. Tra le mille raccomandazioni che ho avuto c'è quella di non citare James Bond. Mi si dice che al solo udire il nome James Bond lei si arrabbia, si alza e va via. Be'? Non si arrabbia? Arrabbiarmi? E perché? Perché ho detto James Bond. Bond. 007. Bond. E va bene: Bond. Non mi vergogno mica dei film di Bond. Sono divertenti, intelligenti, diventano ogni volta più impegnativi, migliorano ogni volta di qualità. Per me interpretare James Bond è come recitare Macbeth a teatro. Non è poi così facile, quel ruolo. (...) E non ebbe esitazioni, incertezze, prima di dire sì? (...) Era la fortuna, mia cara. E la fortuna capita una volta sola. M'avrebbero confuso con Bond? Per un attore, per uno scrittore, esiste sempre il pericolo d'esser confuso col suo personaggio. Guardi: non esitai un minuto. Anzitutto il contratto era comodissimo: stabiliva che avrei girato un Bond ogni 14 mesi e ciò mi lasciava tempo per dedicarmi al teatro, altri film. Il che ho fatto. Nella pausa compresa tra Dalla Russia con amore e Goldfinger ho girato Marnie, con Hitchcock. Nella pausa compresa tra Goldfinger e Thunderball ho girato The Hill, con Sidney Lumet. Dopo Thunderball girerò un film in Australia, insieme a mia moglie. Poi il personaggio di Bond era divertente, destinato a piacere, infine mi si addiceva fisicamente. Io, vede, non ho mai avuto una faccia da bello: una faccia accettabile. Ho sempre avuto questa faccia difficile, da adulto, segnata, ce l' avevo così anche a 16 anni, a 16 anni ne dimostravo già 30, e sfondare senza una faccia da bello è tutt'altro che facile. Ai produttori dissi soltanto che il personaggio aveva un difetto, mancava di humour. Ne convennero e vede: Bond è oggi talmente accettato che perfino i filosofi si scomodano per analizzarlo. Ridendo insomma tutti lo prendono terribilmente sul serio. E lei, signor Connery? Lo prende sul serio o ne ride? Se ne ridessi riderei di me stesso. Poi essendo egoista, l'ho detto, ambizioso, l'ho detto, ho bisogno di pensare che ciò che faccio è importante. Quindi, Bond è importante. A parte il fatto che è veramente simpatico. Non lo trova simpatico? Non so, non saprei. Quest' uomo che vince sempre, senza moralità, né ideali, né amici. Ignorantello per giunta fuorché negli esplosivi, nelle carte da gioco e nel bere. Scusi, sa: senza offesa. Immorale? Io non gli ho mai visto rubare la moglie di un altro, o tradire la sua: non ce l' ha. Gli piaccion le donne ma non le violenta mica: son loro che gli si infilan nel letto. È ignorantello, va bene, ma non ha mica il tempo di leggere Joyce. Sì, certo, sarebbe interessante se parlassi male di Bond: ma io non ho proprio nulla contro il signor Bond e mi dispiace parecchio che debba morire. Morire? È malato? Non so, non l'ho ancora capito, ma temo di sì. A mio parere è impossibile che lo si possa tenere in vita più a lungo di un film o due: sono convinto che Thunderball sia il massimo che possiamo fare per lui (...). Lei è ormai ricco grazie a Bond, signor Connery. Dicono che sia l'attore più pagato del mondo (...). Il mio passato è troppo privo di denaro perché non apprezzi il denaro, il mio presente è troppo privo di illusioni perché respinga il denaro. Sono nato povero, a nove anni lavoravo già sette giorni su sette, portavo il latte alle case. Col denaro puoi coltivare i tuoi sogni di indipendenza e di libertà. Il successo non basta a un uomo e io non ho mai sentito che il talento si nutrisse di denutrizione. (...) Non per essere indiscreta: ma quanto guadagna? Duecentomila dollari a film (125 milioni di lire) più il cinque per cento sugli incassi o 400mila dollari a film se rinuncio agli incassi. No, proprio ricco non sono: ma lo diventerò se Goldfinger va bene. Per ora, di mio, posseggo solo la casa dove vivo: un ex convento di quattro piani ad Acton, 20 minuti da Londra. Terre non ne ho, preferisco investire nella mia compagnia. Automobili, nemmeno: fuorché una Jaguar di seconda mano. Io vivo con poco. A me hanno detto che è avaro, lei, signor Connery. (...) Non sono avaro, sono scozzese. Sono semplice, sono nato e cresciuto in un posto dove ci si accontenta di poco: è molto diverso. Per esempio, a me non importano molto i vestiti, insomma i vestiti come quelli di Bond. Non mi va di tenermi incravattato e stirato, come Bond e come gli inglesi. Uh, gli inglesi!... Se mi vede incravattato e stirato vuol dire che devo andare in un posto: a teatro, al ristorante, a un appuntamento di affari. Sto bene a casa, scalzo, con mia moglie, i figlioli, gli amici che vengono a cena. La domenica ci son sempre amici per casa: mi diverto a far da mangiare. Vizi ne ho pochi, anzi nessuno: un sigaro dopo mangiato, qualche bicchiere di birra. (...) Penso alle donne che hanno di lei una certa idea e... Oh! A quelle non piaccio io, piace James Bond. Dunque dicevo mi piace la birra: che altro? Personale di servizio ne ho poco: una segretaria e una nanny per i bambini. L'autista non ce l'ho e non ce l'avrò mai. Detesto farmi servire. Mi dà vergogna. Mio padre era camionista. Mio fratello minore, ha otto anni meno di me, fa ancora l' imbianchino a Edimburgo. Vede che l' avarizia non c'entra, c'entra la semplicità. Vede, perfino le mie passioni sono semplici: il football. Io veramente volevo essere giocatore di football. Lo ero del resto: centrattacco nel Manchester United. Ecco una cosa di cui vorrei mi parlasse, signor Connery. Sean. Sean. Ecco una cosa di cui vorrei mi parlasse, Sean: come andò che da giocatore di football divenne un attore. (...) Non ho mai avuto programmi precisi, aspirazioni precise, non mi ha mai spinto alcun sogno preciso. A parte il football. A 12 anni lasciai la scuola, e da allora Dio sa i mestieri che ho fatto. Non sopporto la disciplina. A 16 anni entrai in Marina, quando ne uscii, a 18, divenni lucidatore di bare. Quando mi capitò questa storia del recitare, lavoravo in un quotidiano di Edimburgo. Da operaio, si capisce. Mettevo i rulli di carta nelle rotative. Una domenica mi mandarono a Londra e qui seppi che cercavano gente per la rivista musicale South Pacific. Mi presentai, tanto che costava, mi presero. Allora lasciai la tipografia e per due anni cantai, sgambettai come chorus boy in South Pacific. Avevo 23 anni quando affrontai la scelta calciatore o attore. Scelsi l'attore pensando che ciò non m'avrebbe impedito di giocare al calcio. Balle. Ho dovuto ripiegare sul golf. Pero il football è un'altra cosa. Come va l'Inter? Bene, grazie. E una volta tradito il football per il palcoscenico, si mise a studiare recitazione? Neanche per sogno. Studiai... Non dico che l'lnter sia una cattiva squadra, scherziamo, è buonissima: ma è piena di giocatori stranieri, come si fa a dirla una squadra italiana. Giusto. Cosa studiò, allora? Certo il Glasgow Rangers è una vera squadra scozzese. Non meritavano di perdere ieri sera con l'Inter. (...) Allora. Cosa studiò? Nulla, studiai: accidenti! Trovassi mai una donna con cui si può parlare di calcio. Si intendono di tutto loro, di tutto: però mai che si intendono un poco di calcio! All' inferno! Nulla studiai. Studiai un po' di movimenti e di azione con un maestro svedese di Londra, un ex ballerino del New York City Ballet. E poi presi a leggere. Mi feci una lista di libri e li lessi. Ulysses di Joyce: Dio, che fatica. À la recherche du temps perdu di Proust: quello sì che fu una sgobbata. Infatti non lo finii mica. E poi My Life and Art di Stanislawsky. E poi An Actor Prepared. E poi tutto Ibsen, tutto. E poi Pirandello. E Shakespeare e tutti insomma. Leggevo in biblioteca, ci passavo giornate intere. Contemporaneamente andavo a teatro per vedere come recitavano gli altri e... basta. Basta: se fai questo e lo fai bene e non sei scemo, vedrai che diventi un attore. E quando lo sei diventato ti piace tanto che niente ti piace di più: a parte il football. Vede, la gente mi chiede a volte perché fo l'attore. Be' , non è per i soldi. I soldi si fanno anche col football. È per la fantasia, per quel doversi mettere nei panni degli altri. E questo spiega tante cose. Spiega perché anziché contentarsi dei soldi avendo un sano rispetto pei soldi a un certo punto va ad Oxford per recitar Pirandello e guadagna solo 25 sterline la settimana. Be', morirei se non facessi queste cose. Io quando ero sotto contratto con la 20th Century Fox e non potevo recitare ciò che volevo, stavo per morire. Infatti lo ruppi, il contratto. Mi chiedevo quali altre cose, a parte il football e la carriera, possono interessare a un tipo così. Ecco, non so, la politica ad esempio. Nemmeno un po'. Non ho mai votato dacché sono al mondo. Non sono reazionario e non sono nemmeno socialista sebbene veda il mondo da un punto di vista essenzialmente economico: è tutta una questione di soldi, cara mia, di soldi! Per i lavoratori provo simpatia, si capisce: vengo di lì. Ma non mi sono mai illuso che sian Gesù Cristi. (...) Allora, Sean, concludiamo con un piccolo test: i nomi di tre uomini e di tre donne che ammira (...). Il primo è Krusciov. Quel suo senso dell'humour, quel suo appetito di vita, quel suo anticonformismo. Il secondo è Stanley Matthews, il giocatore di football. Ha 51 anni e gioca ancora a football. Vorrei essere lui. Il terzo è Picasso: gli trovo le virtù di Krusciov. Quanto alle donne... strano: sa che non me ne viene in mente nessuna? Eppure mi piacciono, mi piacciono tanto, le rispetto, le stimo, le trovo spesso superiori anche agli uomini... be' , dev'essere per questo. Voglio dire che io, quando mi riferisco alle donne, non riesco mai a prescindere dal fatto sessuale. Mi spiego? Krusciov non provoca in me desideri sessuali: con loro (gli uomini, ndr.) non c' è quella piccola complicazione allarmante. Allarmante, vero? Eh, sì. Allarmante. In realtà le donne io le trovo così allarmanti, così preoccupanti. Sempre. E sceglierne una che ammiro e basta... vediamo... sì: Greta Garbo. Facciamo così: facciamo i nomi di altri due uomini. Uno è Hitchcock e l'altro è Noel Coward. Dopodiché andiamo a berci una birra.

PAURA per BERENICE MARLOHE coinvolta in un guasto aereo


La Bond girl Berenice Marlohe 
coinvolta in un guasto aereo
In seguito a un atterraggio di emergenza , 
l'attrice francese ha mancato il lancio 
del nuovo DVD Blu Ray Skyfall a Londra.

di Luca Bonacini




La Bond girl Berenice Marlohe è stata coinvolta in un incidente che poteva avere drammatiche conseguenze, quando il suo aereo ha effettuato un atterraggio di emergenza, con la cabina piena di fumo. Il suo volo da Los Angeles a Heathrow è stato dirottato e costretto ad atterrare a Las Vegas a causa della presenza di sospetti fumi tossici di petrolio in cabina. La British Airways ha affermato che l'atterraggio è avvenuto per precauzione dopo che alcuni passeggeri e membri dell'equipaggio sul ponte superiore lamentavano di sentirsi male. Ai passeggeri e all'equipaggio del Boeing 747, dove era a bordo anche l’dolo americano Ryan Seacrest insieme alla fidanzata Julianne Hough, è stato consigliato di indossare le maschere di ossigeno per precauzione. I tre piloti e i quattro membri dell'equipaggio sono stati portati in ospedale per controlli, mentre diversi passeggeri sono stati oggetto di un trattamento sanitario dai paramedici dell’aeroporto. Un portavoce dei produttori di Skyfall ha detto: “E 'stato un vero peccato Berenice non ha potuto partecipare il nostro lancio, insieme a tutto il cast,  deve essere stata un'esperienza spaventosa per lei. Siamo solo felici di sapere che tutti sono in salvo”. Non è la prima volta che accade un episodio del genere, l'allarme è arrivato dopo che un Boeing 777 BA in volo da Heathrow a Filadelfia ha dovuto fare un atterraggio di emergenza in Canada - ancora una volta a causa di sospetti di fumi tossici di petrolio in cabina di pilotaggio. Quella volta l'aereo, con a bordo 158 passeggeri, ha dovuto sostare a Goose Bay, Newfoundland, con temperature di -30C. I passeggeri hanno dovuto aspettare 10 ore per un altro volo. Mentre la natura dei fumi sui voli non è ancora nota, alcuni esperti però stanno mettendo in guardia dai gas pericolosi che derivano dagli oli del motore ed entrano per motivi inspiegabili nelle cabine degli aerei mettendo in pericolo la salute dei passeggeri e dell’equipaggio. Molti ritengono che l'esposizione a questi fumi tossici possa causare una debilitante malattia a lungo termine nota come sindrome aerotoxic, che spesso non viene notata dai medici a causa della mancanza di conoscenza dei sintomi e della patologia. Ci sarebbero già dei morti : il mese scorso, è emerso che i piloti Lysakowska Karen e Richard Westgate, entrambi 43 anni sono morti dopo aver lamentato di essere stati esposti per anni ai fumi tossici presunti sui Jet.




domenica 17 febbraio 2013

l'ASTON MARTIN compie 100 NNI


Buon Compleanno 
Aston Martin
di Luca Bonacini



Festeggiata l’Aston Martin nel suo primo centenario di vita in grande stile, con una roboante presentazione sui cieli del Golfo Persico in stile James Bond. La nuova Vanquish Gt V12 da 573 CV è stata calata da un elicottero sul tetto del Burj Al Arab di Dubai. E’ l’auto che ci fa sognare dai tempi di “Goldfinger” del ‘64, nascevo l’anno dopo, ma negli anni a venire vedrò quel film più e più volte. Elegante, veloce, ricca di sportellini, pulsanti, leve, per difendersi dalle aggressioni dei malvagi inseguitori, in poche parole bella! E chi di noi non ha sperato di poter disporre di quei congegni per sfuggire all’intenso traffico dell’ora di punta? Un auto senza tempo che ancora oggi conserva il suo fascino tanto da apparire anche nell’ultimo 007 Skyfall tornando prepotente a sedurre uomini e donne, più di una Bond Girl, al volante il detective britannico più celebre. Era il 15 gennaio 1913 quando Lionel Martin e Robert Manford fondarono la Bamford & Martin, che solo l’anno diventò Aston Martin, consolidando via via un marchio che rappresenta lusso, eleganza e prestazioni tutte britanniche, simbolo di un agio concesso a pochi, che si esprimerà tra alti e bassi, in esaltanti successi sportivi, primi fra tutti quelli alla 24 Ore di Le Mans, fino alla definitiva consacrazione nei film di 007.

Crediti: Sette – Corriere della Sera